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DIALOGO. 31


fosse natura, o fosse in me frutto del molto leggere, e del più pensare, io gli uomini tutti amava davvero: i pochi buoni, perchè tali; i tanti rei, perchè rei non son quasi mai per se stessi, ma per fatalità di circostanze, e insufficienza di leggi. Odiava io bensì sommamente quelle prime cagioni, che gli uomini fanno, o lasciano esser rei, ma non gli uomini mai. Era dunque tale lo stato dell’anima mia, che io neppure i più disprezzabili dispregiava; nessuna cosa abborriva fuorchè la violenza usata agli uomini fuor dell’aspetto di legittima legge; molto conosceva, e poco apprezzava me stesso; e non invidiava pure nessuno, cotanti vedendone a me sovrastare; e non desiderava altro al mondo che il poter praticar la virtù: di quella parlo, che sola è la vera, poichè agli altri uomini giova; quella, che conoscer si può, ma immedesimarsela non mai, se non col continuo, pubblico, libero, e laudato esercizio di essa.