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DIALOGO. 29


memoria del valor tuo; fa dunque che me l’abbia io intera.

E da prima rispondimi: Tu nato non nobile, ma cittadino in tempi che questo nobilissimo nome, di cui si fregiava un Scipione, per non v’essere più vera città, vien dato in suono di sprezzo alla classe posta fra i nobili e il popolo, deh, dimmi; tu nato non nobile, co’ nobili che in cuore giustamente sprezzar tu dovevi, come, donde cavavi quel tuo dignitoso contegno, per cui tacitamente, senza però offenderli mai, ti venivi a mostrare tu il vero patrizio, ed essi nel tuo cospetto confessarsi pareano d’esser meno che plebe?

FRANCESCO.

Delicato tasto mi tocchi, e questo soltanto ben festi forse di non ricercarmi in vita. Risponderotti pur ora assai francamente.

Ancorchè nella natura umana inevitabile sia (benchè ascondibile, e dai più scaltri amatori di se stessi nascoso) quell’odio che si