e per vie più confondere e intimorire i moltissimi rei. E se io dalla tua ignotissima vita, dai privati e semplici tuoi costumi mi riprometteva pure di trarre, senza alterare il vero, luminosi saggi di fortezza ed altezza d’animo, di umanissimo cuore, di acutissimo ingegno, di maschio e libero petto; di ritrarne in somma un raro complesso delle più pregiate cittadine virtù di Roma, o d’Atene, velate da così amabile modestia, e in tempi cotanto ad esse contrarj con sì discreta disinvoltura senza niuno offendere praticate; non avrei io forse con un tale scritto potuto muovere la curiosità degli uomini tutti? non avrei io potuto la malignità dei più ammutolire coll’evidenza? non l’amore e la maraviglia di quelli destare, che dalla piccolezza del muto tuo stato vie più argomentando, come si dee, la grandezza delle tue doti, ed a me pienamente credendo, (perchè chi il vero scrive facilmente con colori di