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DIALOGO. 23


VITTORIO.

E queste stesse cose che ora dicendo mi vai, deh, perchè il mondo intero non le ascolta? Dalla tua nobile e natural non curanza di te stesso, quanta grandezza dell’alto tuo animo non trasparirebbe a quei pochi che conoscono il vero, e che non sempre giudicano le cose dall’effetto? Io per l’appunto nell’accennare al pubblico alcuni tuoi tratti, e brevemente sovra essi ragionando, nutriva assai fondata speranza di poter con evidenza dimostrare, che la virtù vi può essere anco nei più servili tempi, e nei più viziosi governi; che tal virtù vi può essere, la quale, anche nulla operando, a quella che il più operasse giammai, si pareggi; e che in somma, quando ella nasce e dimora là dove tutto l’impedisce, la distrugge, o la scaccia, egli è ufficio di retto uomo, non che di verace amico, il manifestarla a tutti per consolare e incoraggire i pochissimi buoni,

 
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