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DIALOGO. 9


cieco mondo tu lasci, nol niego, per cui abbiano i presenti e futuri uomini a sapere con loro espresso vantaggio, che la rara tua luce nel mondo già fu. Ignoto ai contemporanei tuoi tu vivevi, perchè degni non erano di conoscerti forse; e ad un reo silenzio mal mio grado ostinandoti, d’essere a’ tuoi posteri ignoto sceglievi, perchè forse la presaga tua mente, con vero e troppo dolore antivedea, che in nulla migliori delle presenti le future generazioni sarebbero. Ma io, ben rimembrartelo dei, tante volte pur ti diceva, che uffizio e dovere d’ogni alto ingegno con umano cuore accoppiato si era il tentare almeno di renderle migliori d’alquanto, tramandando ad esse sublimi verità in sublime stile notate.

FRANCESCO.

Sì, mel dicevi, e il rimembro. Ma rispondevati io, (ed al mio rispondere, ben mi sovviene, tu muto rimanevi, e piangente)