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atto secondo 79
cui morir per l’amato unico figlio

bello era pure e gloríoso assunto,
te non salvando il tuo desir tradiro.
Eppur, te morto, d’altra prole in essi
caduchi omai, spenta ogni speme ell’era.
Vivi cosí rimasti ambo saremmo;
né desolato pianger tu dovresti
la tua consorte, né educar nel pianto
gli orfani figli. Ma, in tal guisa, al certo,
un qualche Iddio volea che il tutto fosse:
e sia cosí. — Tu intanto, contraccambiami
del beneficio mio: pari nol chieggo;
che al viver, nulla si ragguaglia; un giusto
contraccambio mi dona, che a te stesso
parrá pur tale; poiché questi figli
ami non men ch’io gli amo, e saggio sei.
Questi sien dunque di mia casa i soli
eredi, né ai tuoi figli una Madrigna
sovrappor vogli, che di me men pia
l’invide man su questa prole nostra
scaglierebbe. Scongiuroti dunque io,
che ciò far non ti piaccia. Ai non suoi figli
la vegnente Madrigna è ognor nemica,
né a lor piú mite che vipera il sia.
Udito ascolta il maschio figlio il padre,
e all’uopo in lui scudo possente ei trova:
ma tu, mia figlia verginella, ahi come
addottrinati fien gli anni tuoi primi
in madrignal custodia? Oimè! pavento
che in sul tuo piú bel fior colei deturpi,
per frastornar tue nozze, a te la fama.
Figlia infelice! ah, dalla vera madre
non si faran le nozze tue! né al primo
tuo parto avrai della materna vista
il fido impareggiabile conforto!
Morir, mi è forza: né un sol dí le Parche