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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Apollo.

                    1 Pur ti riveggo, o reggia alma di Adméto,

giá mio ricovro un dí; quand’io soggiacqui
a servil vita, abbenché Dio: ma tale
di Giove allora era il volere. Ucciso
col suo fulmin tremendo egli mi avea
il mio figlio Esculapio: irato io quindi
poscia uccideva i rei Ciclópi, fabri
del folgore celeste: onde me in pena
ad esser servo a mortal uomo astrinse
l’alto mio padre. In questa terra io spinto,
gli armenti altrui quí pascolai: servata
da allora in poi sempr’ha il mio nume questa
santa magion d’ospite santo. Adméto,
prole del buon Feréo, perciò da morte
ebbi or sottratto: e le deluse Parche
mi promettean per or sua vita in dono,

  1. Pur ti riveggo: Le parole di carattere corsivo, accennano di essere o aggiunte, o alcun poco diverse dal Testo. Queste due libertá non si sono prese dal traduttore mai, senza una qualche ragione importante; e principalmente per conservar la chiarezza ed accrescerla anco. Queste prime parole in fatti si sono aggiunte, perché il Lettore non rimanesse in dubbio, se Apollo stesse tuttavia in servizio d’Adméto: benché i due verbi ἔτλην, e ἐβουφόρβουν, per essere l’uno aoristo, e l’altro imperfetto, non potrebbro denotare il presente: nondimeno fa piú chiarezza, ove Apollo dice di esservi ora tornato.