il vostro aspetto, dell’aspetto atroce
di quel, vie piú di voi, orrido mostro...
Io son tradita... ma con l’armi istesse,
con cui tradito ho l’infelice Antonio.
Sconsigliata, che feci?... Antonio!... Antonio!..
O pentimento piú del fallo iniquo!
Non di virtú, non di pietá sei figlio,
ma d’inerme furor, empio, e deluso.
E voi, rimorsi da gran tempo oppressi,
voi risorgete in folla a far vendetta,
e vendetta crudel del mio disprezzo?
Ma non è tempo d’ascoltarvi ancora;
e son vani i lamenti, e i pianti vani,
e tardi troppo. Ad emendar delitti,
necessario è talor l’oprarne nuovi.1
Stolta, che dissi? e quando mai delitto
fu il castigare un empio? Augusto pera,
come Antonio perí: la giusta morte
voto agli Dei, per espiar l’ingiusta.
Si versi tutto quell’infido sangue,
e su la tomba dell’estinto Antonio;...
si placherá cosí l’ombra tradita.
Diom. Piú necessario, e men del primo orrendo,
ma difficil, pur troppo, è un tal delitto.
Alcun s’appressa.
Cleop. Antonio! eterni Dei!
Apriti, o suolo. Ove mi celo? indegno,
mentitore, cosí tu mi tradisci?
Diom. Per non tradir l’onor, tradisco un rege,
che m’impone misfatti.
- ↑ 1783. Nuovi talora è necessario oprarne.
1790. Forza è talor nuovi adoprarne... Ahi stolta!