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238 | abèle |
in altra guisa non puoi tu sottrarti:
te ne scongiuro; affrettati.
Abèle Che ascolto?
Ch’io te percuota? e perché mai, s’io t’amo
pur come pria? Deh, calmati: rientra,
in te rientra: andianne uniti al padre:
egli t’attende...
Caíno Il padre? al padre andarne
io teco? or sí, t’intendo: appien tradito
ti sei tu stesso. Al sol suo nome, in petto
tutto, e piú fero, il mio furor rinasce.
Muori una volta, muori.1
Abèle Oimè!... mi sento
mancare... Oh madre mia!...
Caíno Che feci? il sangue
mi zampillò sul volto! ei cade; ei sviene...
Ahi vista!... Ove mi ascondo?... Oh ciel! che feci?
Empia marra, per sempre in bando vanne
dalla mia man, dagli occhi miei... Che ascolto?
Oimè! giá giá la rimbombante voce
d’Iddio mi chiama... Ove fuggir? lá rugge
l’ira atroce del padre... Quá i singulti
del fratel moribondo... Ove celarmi?
Fuggasi.2
SCENA SECONDA
Abèle morente, poi Adamo.
il mio sangue!...
Adamo3 Giá omai verso l’occaso
rapido inchina il Sole, ed io per anco