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224 | abèle |
Che dirá il padre? e il suo dolore? e quello
d’Eva infelice? e il mio dolore? io starmi
senza Caíno? Un po’ ripresa ho lena:
vo’ seguir oltre: addietro esser non puote.
Caín, Caíno, ove sei tu?
Lucif. Quá oltre.
Abèle Eccol di nuovo: oh come lungi ei suona!
Or m’avveggo: ei s’è tratto infin lá dove
scorre profondo incassato il gran fiume,
ch’io mai non vidi; ma cel disse il Padre,
ch’evvi lá il fiume. Il troverò lá dunque.
Veder nol posso, perché la scoscesa
ripa il nasconde: il troverò. Caíno,
io vengo, io vengo; aspettami. Lá volo.
SCENA SECONDA
L’Invidia, e La Morte, trasfigurate.
trasmutata cosí?
Potrò uccidere omai?
Quando avrò preda? di’.
L’Invidia Seguirmi dei, tacerti, o dir ben poco,
e al mio inganno dar loco.
Madre or mi sei: sotto quel denso velo
cela ben ben tuo ceffo:
e breve breve, ogni qual volta io accenni
risponderai, ma con materno zelo.
Ben sai ch’io non ti sbeffo;
non mi guastar l’opra che a fare io venni.
La Morte Farò, dirò:
ma nulla so,
fuorché falciar;
dei tu in mio pro’
messe apprestar.