Avverso, ei fia la cote
a cui si aguzzi l’oro
della Virtú, che incontro a tutto puote:
prospero, ei fia lo scoglio
contro il qual romper denno
il lieve umano senno,
e il suo usato nocchier, l’umano orgoglio.
La voce d’Iddio1
Qual ch’ei sia dunque, il destin vostro emana
d’alto consiglio eterno.
Volgi, volgi, al superno
facitor d’ogni cosa umile il ciglio:
e, rassegnato figlio,
non muover mai la tua ragione insana
a investigar cagion celeste arcana. —
Adamo Eva, adoriam, tremiamo; e, al pianger nati,
piangiamo: altro non resta. Omai, si sorga;
e d’iddio, qual ch’ei sia, l’alto volere
in silenzio si aspetti. Abbiam (pur troppo!)
disobbedito a Dio sola una volta.
Ma i nostri figli abbandonare intanto
noi non dobbiamo, ah no: ciò non comanda
né Dio mai, né il Destino. Andiam; si cerchi
di lor per tutto: vieni; uniti poscia
noi quattro in uno, aspetterem che tutti
il rio Destino a un tratto ci percuota.
Eva Oh figli nostri! or dove siete? Andianne
in traccia, sí. Deh, quai terrori e quanti
al cor materno misero fan guerra!
- ↑ Precedono, e sieguono, lampi e tuoni.