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atto primo 197
Una voce del Coro

  Vita, or sí díspari
  dalla tua vita prima,
  traggi, e non mormori?
  e lo cor non ti lima
  il tuo ben, che fuggi?
Coro   Abbattuto, avvilito, scacciato
dal ridente tuo bel Paradiso,
a cui fosti in mal punto creato,
or non sei da’ tuoi stenti conquiso?
E ancora, il viso
innalzando, ringrazj quel Dio,
ch’or ti è fabbro di un viver sí rio?
Il Pecc.   Per ogni parte io dunque adito volli
aprirmi ad essi: or tra i parenti e i figli,
or tra i consorti, or tra i fraterni molli
  giovani petti, scarsi di consigli;
ma ognor la spada orribile rovente
d’Angiol celeste a me troncò gli artigli:
  sí che, al core afferrarmi di tal gente
mai non potendo, testimone io stetti
dei gaudj loro; io, di furor fremente.
  Dardi temprati in fuoco d’ira eletti
or io scoccai d’Adamo in cor; perch’Eva
sia da lui carca di oltraggiosi detti,
  come colei che il viver loro aggreva;
ma invan miei dardi in lui: l’Angiol v’infonde
pietá, che al perdonare il cuor solleva:
  or, nel donnesco sen piaghe profonde
giá sto per far, volgendo in odio l’onta
del proprio fallo, e a me giá giá risponde
  Eva; quand’ecco a lei con destra pronta
l’Angiol soccorre, e l’odio stempra, e cara
le fa di Adamo la virtú giá conta.
  Indarno in somma la bevanda amara
di Discordia lor mesco in guise mille;