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166 | alceste seconda |
(d’ira celeste invaso)
suo braccio sí, ch’ogni valor vien meno
di qual, che contrastargli ardisca folle.
Ciò seppe Antéo gigante;
e Cigno, alto guerrier, figlio di Marte;
e Marte stesso il seppe, e il sepper quante
Idre e Chimére, e Geríoni, e Mostri
vinti a’ dí nostri,
di loro spoglie a forza a lui fean parte.
Or fia, che indarno, o a caso,
di sperar c’imponesse un uom cotanto,
presso cui l’opra è tutto, e nulla il vanto? —
Muto, e tremante
ogni uom si prostri;
che tutto può, tutto è, tutto ei penétra
col folgor ratto del divin suo ciglio,
il Regnator dell’Etra.