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10 antonio e cleopatra
Ei senza fallo a debellar s’appresta

questi avanzi d’Antonio: ei non tralascia
di sí facil vittoria, i dolci frutti:
e in fin ch’a lui ride la sorte amica,
* trascorrerá fastoso il mondo intero.
Cleop. Evvi al vincere un punto, e passa, e fugge;
tradita è la gran causa; a tal dolore,
non regge l’alma oppressa. Itene, sola
restar vogl’io.


SCENA QUARTA

Cleopatra.

  Alfin mi sia concesso

strappare il vel, che nei profondi abissi
d’un simulato cuor, nasconde il vero.
Antonio è vinto: e al tradimento, e all’onta
forse non sopravvisse; il reo disegno,
che osai formar, ecco eseguito: e tanto,
no, non dovea sperar da fuga iniqua.
Ma la metá dell’opra ancor mi resta,
e la piú dubbia: ogni misfatto è vano,
se al mio destin non incateno Augusto.
E del suo cuor chi mi risponde? Amore:
quel terribile nume, il sol che forse
incensino gli eroi; quello, che femmi
arbitra del destin d’Antonio, e Giulio:
* quel, ch’inspirai sí spesso, e mai conobbi,
e quello infin da cui, inerme, e vinta,
ritrassi gloria, il vincitor domando.
Al mio desir sol s’opponeva Antonio.
S’ei non è piú, il soggiogar fia lieve...
Cleopatra, che fai?... Lo stile immergi,
e a replicati colpi, in sen d’Antonio...
* D’un tratto solo, e amante, e scettro, e onore,