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ATTO QUARTO
SCENA PRIMA
Servo.
accolti abbiam d’Adméto entro la reggia,
ma niuno mai peggior di questo. Ei venne,
e a bella prima il Re trovando in pianti,
pure audace inoltrossi: udita poscia
l’afflizíon di questa intera casa,
ospizio a caso offertogli accettava,
indiscreto. E non basta: ove al portargli
alcuna cosa alquanto lenti noi
ce gli mostriamo forse, ei da se stesso
c’interpella, e la vuole. In man si reca
quindi ei d’ellera un nappo, e ne tracanna
prole di negra terra in copia il vino
schietto cotanto, che l’ardente vampa
d’esso l’accerchia giá: corone al capo,
rami ha di mirto, e canzonacce abbaia.
Doppio, e diverso, era ad udirsi il grido:
costui, cantante; che di Adméto i guai
nulla curava: e noi tutti, piangenti,
servi amorosi, la padrona nostra.
Benché pur l’occhio lagrimante, ascoso
noi tenessimo all’ospite: tal era
il comando del Re. Perciò quí stommi