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78 agide
se in altri tempi e d’altro sangue nata

tu fossi in Sparta. Il non spartano padre
non io però voglio a delitto apporti.
L’indole tua ben nata, ottima, ed alta,
ma non diretta, udia di padre e sposo
sol ricordar, non della patria, i nomi:
qual fia stupor, se tu piú figlia e sposa,
che cittadina, sei? Ma, qual sei, t’amo;
né al tuo pensar niente spartano io volli
forza usar niuna, che il mio esemplo, mai.
Pel nostro amor quindi ti prego, e, s’uopo
fia, tel comando; oggi a mostrar ti appresta,
che madre sei piú ancor che sposa o figlia. —
Ma, qual si appressa orribile tumulto?
Qual folla è questa? oh! quali grida? Oh cielo!
La madre? e in armi immenso stuol di plebe
segue i suoi passi?


SCENA TERZA

Agide, Agesistrata, Agiziade, Popolo.

Agesis.   Figlio, e che? giá fuori

stai dell’asilo? in chi t’affidi? in questa
rea figlia di Leonida? Ben io
piú certo asilo, ecco, ti adduco; ognora
costor fien presti...
Agide   O madre, Agide meglio
tu conoscer dovresti: o in me mi affido,
o in nulla omai. Questa, che figlia appelli
di Leonida, è moglie, è amante, è parte
del figliuol tuo. — Spartani, ove pur tali
vi siate voi, che minacciosi in armi
tumultúar quí di mia fama a danno
veggio; Spartani, or parla Agide a voi. —
Io, contro a Sparta, in mio favor, non voglio