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378 parere dell’autore

maraviglia per Bruto; due affetti che, per la troppa pietá da Antonio destata per Cesare, vengono falsamente a cambiarsi in odio non giusto per Bruto. Ma vero è, che le altre tragedie che trattano questo fatto, s’intitolavano Cesare; e questa s’intitola Bruto.

Gli elogj del morto Cesare nella bocca stessa di Bruto, pajono a me piú grandi e piú tragici assai, che non le smaccate e vili adulazioni nella bocca d’Antonio. E massimamente forse commovere potrá quell’istante, in cui Bruto si dichiara al popolo ad un tempo stesso e l’uccisore ed il figlio di Cesare.

La condotta di questa tragedia partecipa dei difetti annessi necessariamente alle congiure, nelle quali si parla molto piú che non si opera; e vi campeggia tra gli altri la quasi total nullitá del quart’atto. Non ho saputo evitare questo difetto; ma spero, che la grandezza delle cose in esso trattate potrá renderlo in gran parte tollerabile.

INVENZIONE

Se la parola invenzione in tragedia si restringe al trattare soltanto soggetti non prima trattati, nessuno autore ha inventato meno di me; poiché di queste diciannove tragedie, sei appena ve ne sono che non fossero finora state fatte da altri, per quanto io ’l sappia; e sono, la Congiura de’ Pazzi, il Don Garzía, Maria Stuarda, Saúl, Rosmunda, e Mirra; e di Rosmunda intendo, non il titolo, che varie altre tragedie un tale ne portano, ma il fatto in questa trattato da me. È vero altresí, che alcune di queste giá fatte da altri, non mi eran note di vista, avendo solamente sentito dire che vi siano; come Agide, il Timoleone, ed altre, che neppure so di chi siano, ma che mi vengono accertate essere scritte in francese. Se poi la parola invenzione si estende fino al far cosa nuova di cosa giá fatta, io son costretto a credere che nessuno autore abbia inventato piú di me; poiché nei soggetti appunto i piú trattati e ritrattati, io credo di avere in ogni cosa tenuto metodo, e adoperato mezzi, e ideato caratteri, in tutto diversi dagli altri. Forse men buoni, forse men proprj, e forse men tutto; ma miei certamente, ed affatto diversi dagli altrui, per quanto essere il potessero senza uscir di se stessi. Questa asserzione, affinch’ella non paja gratuita, mi converrá pur brevemente dimostrarla.