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atto terzo 31
Or, sopra il capo tuo pender vedea

del crudo padre il ferro; e udia tue voci
dolenti, lagrimose, umili, tali
da trar del petto ogni piú atroce sdegno;
e sí l’acciar pur t’immergeva in core
il barbaro Saulle: or, tra’ segreti
avvolgimenti di negra caverna,
vedeati far di dure selci letto:
e ad ogni picciol moto il cor balzarti
tremante; e in altra ricovrarti; e quíndi
in altra ancor; né ritrovar mai loco,
né quíete, né amici: egro, ansio, stanco...
da cruda sete travagliato... Oh cielo!...
Le angosce, i dubbj, il palpitar mio lungo
poss’io ridir? — Mai piú, no, non ti lascio;
mai piú...
David   Mi strappi il cor: deh! cessa... Al sangue,
e non al pianto, questo giorno è sacro.
Micol Pur ch’oggi inciampo al tuo pugnar non nasca.
Per te non temo io la battaglia; hai scudo
di certa tempra, Iddio: ma temo, ch’oggi
dal perfid’Abner impedita, o guasta,
non ti sia la vittoria.
David   E che? ti parve
dubbio il re d’affidarmi oggi l’impresa?
Micol Ciò non udii; ma forte accigliato era,
e susurrava non so che, in se stesso,
di sacerdoti traditor; d’ignota
gente nel campo; di virtú mentita...
Rotte parole, oscure, dolorose,
tremende, a chi di David è consorte,
e di Saulle è figlia.
David   Eccolo: si oda.
Micol Giusto Iddio, deh! soccorri oggi al tuo servo:
l’empio confondi; il genitor rischiara;
salva il mio sposo; il popol tuo difendi.