d’ora in poi sul tuo viver vegliar io.
Mirra Tu vegliare al mio vivere? ch’io deggia,
ad ogni istante, io rimirarti? innanzi
agli occhi miei tu sempre? ah! pria sepolti
voglio in tenebre eterne gli occhi miei:
con queste man mie stesse, io stessa pria
me li vo’ sverre, io, dalla fronte...
Cecri Oh cielo!
che ascolto?... Oh ciel!... Rabbrividir mi fai.
Me dunque abborri?...
Mirra Tu prima, tu sola,
tu sempiterna cagione funesta
d’ogni miseria mia...
Cecri Che parli?... Oh figlia!...
Io la cagion?... Ma giá il tuo pianto a rivi...
Mirra Deh! perdonami; deh!... Non io favello;
una incognita forza in me favella...
Madre, ah! troppo tu m’ami; ed io...
Cecri Me nomi
cagion?...
Mirra Tu, sí; de’ mali miei cagione
fosti, nel dar vita ad un’empia; e il sei,
s’or di tormela nieghi; or, ch’io ferventi
prieghi ten porgo. Ancor n’è tempo; ancora
sono innocente, quasi... — Ma,... non regge
a tante furie... il languente... mio... corpo...
Mancano i piè,... mancano... i sensi...
Cecri Io voglio
trarti alle stanze tue. D’alcun ristoro
d’uopo hai, son certa; dal digiun tuo lungo
nasce in te il vaneggiare. Ah! vieni; e al tutto
in me ti affida: io vo’ servirti, io sola.