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202 bruto primo
Tito   Ah! salvarmi or si vorrebbe indarno:

non io piú omai viver potrei; perduta
ho dell’amato genitor la stima,
e l’amor, forse... Ah! non fia mai, ch’io viva.
Ma il tristo esemplo mio bensí discolpi
l’innocente minor fratello; ei salvo...
Tiberio Orrido è molto il nostro fallo, o padre;
ma pari egli è; giusto non sei, se pari
non ne dai pena. Il tutelar celeste
Genio di Roma espressamente or forse
volea, che base a libertá perenne
fosse il severo esempio nostro.
Bruto   Oh figli!...
Deh! per or basti... Il vostro egregio e vero
pentimento sublime, a brani a brani
lo cuor mi squarcia.. Ancor, pur troppo! io sono,
piú che console, padre... Entro ogni vena
scorrer mi sento orrido un gelo... Ah! tutto,
tutto il mio sangue per la patria sparso
sará fra poco... A far rinascer Roma,
l’ultimo sangue or necessario, è il mio:
pur ch’io liberi Roma, a voi, né un solo
giorno, o miei figli, io sopravviver giuro. —
Ch’io per l’ultima volta al sen vi stringa,
amati figli;... ancora il posso... Il pianto...
dir piú omai... non mi lascia... Addio,... miei figli. —
Consol di Roma, ecco a te rendo io ’l foglio.
Sacro dovere al dí novel t’impone
di appresentarlo a Roma tutta. I rei
stanno affidati alla tua guardia intanto.
Teco nel foro al sorger dell’aurora
anch’io verronne. — Or, sostener piú a lungo,
no, piú non posso cosí fera vista.