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ATTO QUINTO
SCENA PRIMA
Scipione, Centurioni.
Scip. Giá tutto io so. Nella imminente notte,
ciascun di voi delle romane tende
a guardia vegli: ma comando espresso
vi do, che ostacol nullo, insulto nullo
non si faccia ai Numídi. Itene; e queta
passi ogni cosa.
SCENA SECONDA
Scipione.
O Massinissa ingrato,
il tuo furor contro al mio solo petto
sfogar dovrassi; o in me, qual onda a scoglio,
infranger si dovrá. — Ma il passo incerto,
ecco, ei ver me turbato porta: ei forse
sa il destin di Siface... Oh qual mi prende
pietá di lui! — Deh! vieni a me; deh! vieni...
SCENA TERZA
Scipione, Massinissa, Soldato Numida in disparte.
Massin. Quí mi attendi, o Guludda. — A questo incontro
non era io presto.
Scip. E che? sfuggir mi vuoi?