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180 merope
Egisto   No: gli altri

miei maggiori fratelli ei seco trasse,
cui morte cruda gli furò poi tutti.
Io sol bevvi le prime aure di vita
in Elide; a lui figlio ultimo nacqui; —
misero padre! ed ultimo ti resto:
se pur ti resto! — In cor, giá fin dai primi
giovenili anni miei, desio m’entrava
di Messene veder, quasi mia culla,
poiché il padre vi nacque.
Mer.   Oh ciel! Che parli?... —
Giovine egli è, di quella etade appunto...
e quel cntegno,... e quei sembianti... Ei pare,
eppur non è. — Ma dianzi anco dicevi,
che l’ucciso era d’Elide.
Egisto   Mel parve.
Mer. Ei s’ascondeva?
Egisto   Sí.
Mer.   Di cor?...
Egisto   Superbo.
Mer. Di vesti?...
Egisto   Abbiette.
Mer.   Fuggitivo?...
Egisto   Ratto,
quasi inseguito, e di sospetto pieno
venia ver me.
Mer.   Barbaro, e tu l’hai morto?
Egisto Uccider me volea.
Mer.   Ti disse ei nulla
morendo?
Egisto   Io stetti un cotal po’ sovr’esso,
piangendo... Ei fra i singulti era di morte...
Mer. Ahi misero!...
Egisto   Sovviemmi... or... sí;... che avrebbe
ogni ferocia impietosito; in voce
di pianto, singhiozzando, ei domandava