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ATTO TERZO

SCENA PRIMA

Demarista, Echilo.

Echilo O madre di Timofane, ben tempo

è che ti dolga un cotal figlio: al fine
ignudo ei mostra di tiranno il volto.
Demar. Che fu? dov’è, ch’io rintracciar nol posso?
Echilo E che? non sai?...
Demar.   Non so; narra.
Echilo   Per mano
d’infami suoi satelliti, la vita
ei toglie...
Demar.   A chi?
Echilo   Nel proprio sangue immerso
Archida giace; la vendetta è aperta;
nella pubblica via svenato ei spira:
né gl’iniqui uccisor sen fuggon; stanno
feroci intorno al semivivo corpo,
cui si vieta ogni ajuto. Ogni uom che passa,
fugge atterrito, e pianger osa appena
sommessamente. Ei muor, quel nobil, giusto,
umano, e solo cittadin, che desse
agli avviliti magistrati lustro.
Timoleon rapir si vede in lui
l’emulator di sue virtú, l’amico
intimo, il solo...