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36 | lettera di ranieri calzabigi |
Generalmente il tralasciar l’articolo, come:
Patria apprender cos’è...
e:
Mie angoscie...
e:
il dubitar di quanto re ti afferma;
rende scabroso il verso.
Il metter sovente un io superfluo, o il contrarlo per vezzo, come:
Né a me tu aprirlo
Dovevi mai, né posso io udir...
e:
In petto i’ mi sent’io.
lo rende duro.
Il dire:
Del re non temi:
invece di:
Non temere del re;
e:
Né tu men chiedi
Ragione;
in luogo di:
Non me ne chieder ragione;
e poi le frasi troppo complicate, come:
Arbitro tu mi danna
A qual piú vuoi castigo...
Oh trista
Deplorabil dei re sorte!
e ancora l’aggiungere un si non necessario, come:
Reo non s’è fors’egli?
e il dire: Ti hai per hai,
come: La mia t'hai tu;