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ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Oreste, Pilade.

Oreste Pilade, sí; questa è mia reggia. — Oh gioja!

Pilade amato, abbracciami: pur sorge,
pur sorge il dí, ch’io ristorar ti possa
de’ lunghi tuoi per me sofferti affanni.
Pilade Amami, Oreste; i miei consigli ascolta;
questo è il ristoro, ch’io per me ti chieggo.
Oreste Al fin, siam giunti. — Agamennón quí cadde
svenato; e regna Egisto qui! — Mi stanno
in mente ancor, bench’io fanciul partissi,
queste mie soglie. Il giusto cielo in tempo
mi vi rimena. — Oggi ha due lustri appunto,
era la orribil notte sanguinosa,
in cui mio padre a tradimento ucciso
fea rintronar di dolorose grida
tutta intorno la reggia. Oh! ben sovviemmi:
Elettra a fretta, per quest’atrio stesso
lá mi portava, ove pietoso in braccio
prendeami Strofio, assai men tuo, che mio
padre in appresso. Ed ei mi trafugava
per quella porta piú segreta, tutto
tremante: e dietro mi correa sull’aure
lungo un rimbombo di voci di pianto,
che mi fean pianger, tremare, ululare,