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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Egisto.

A che m’insegui, o sanguinosa, irata

dell’inulto mio padre orribil ombra?
Lasciami,... va;... cessa, o Tieste; vanne,
le Stigie rive ad abitar ritorna.
Tutte ho in sen le tue furie; entro mie vene
scorre pur troppo il sangue tuo: d’infame
incesto, il so, nato al delitto io sono:
né, ch’io ti veggia, a rimembrarlo è d’uopo.
So che da Troja vincitor superbo
riede carco di gloria in Argo Atride.
Io quí l’aspetto, entro sua reggia: ei torni;
sará il trionfo suo breve, tel giuro.
Vendetta è guida ai passi miei: vendetta
intorno intorno al cor mi suona; il tempo
se n’appressa; l’avrai: Tieste, avrai
vittime quí piú d’una; a gorghi il sangue
d’Atréo berai. Ma, pria che il ferro, l’arte
oprar conviemmi: a re possente incontro,
solo ed inerme sto: poss’io, se in petto
l’odio e il furor non premo, averne palma?