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atto quarto 99
altra ragion, che a me si asconde, avravvi.

Deh! mi appalesa il suo vero delitto.
Gomez Il suo delitto vero? — E dirtel posso,
se tu nol sai?... Può il dirtelo costarmi
la vita.
Isab.   Oh! che di’ tu? Ma che? paventi
ch’io tradire ti possa?
Gomez   Il re tradisco,
s’io nulla dico; il re. — Ma, qual ti punge
stimol sí caldo ad indagarne il vero?
Isab. Io... Sol mi punge curiosa brama.
Gomez A te ciò in somma or che rileva? — Il prence
sta in gran periglio, e soggiacervi forse
dovrá: ma ch’altro a lui, fuorché madrigna,
al fin sei tu?... Giá il suo morir non nuoce
a te; potrebbe anzi la via del trono
ai figli, che uscir denno dal tuo fianco,
sgombrar cosí. Credi; la origin vera
dei misfatti di Carlo, è in parte, amore...
Isab. Che parli?
Gomez   Amor, che il re ti porta. Ei lieto
piú fora assai di un successor tuo figlio,
che non di Carlo sia per l’esser mai.
Isab. Respiro. — In me quai basse mire inique
supporre ardisci?
Gomez   Del mio re ti ardisco
dire i pensier; non son, no, tali i miei;
ma...
Isab.   Vero è dunque, è ver, ciò ch’io finora
mai non credea; che il padre, il padre stesso,
il proprio figlio abborre...
Gomez   Oh quanto, o donna,
io ti compiango, se finor conosci
sí poco il re!
Isab.   Ma, in chi cred’io? Tu pure...
Gomez Io pure, sí, poiché non dubbia or trovo