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libro i - capitolo xiii
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d’oro e di seta, onde si cuoprano poi i pochi ricchi orgogliosi, di necessitá un tal popolo viene a stimar maggiormente coloro che, piú consumandone, gli dan piú guadagno. Cosí, viceversa, il popolo romano che solea ritrarre il suo vitto dalle terre conquistate coll’armi, e fra lui distribuite poi dal senato, sommamente stimava quel console o quel tribuno, per le di cui vittorie piú larghi campi gli venivano compartiti.

Essendo dunque dal privato lusso sovvertite in tal modo le opinioni tutte del vero e del retto, un popolo che onora e stima maggiormente coloro che con maggiore ostentazione di lusso lo insultano, e che effettivamente lo spogliano, benché in apparenza lo pascano; un tal popolo, potrá egli avere idea, desiderio, diritto e mezzi di riassumere libertá?

E que’ grandi, (cioè chiamati tali) che i loro averi a gara profondono, e spesso gli altrui, per vana pompa assai piú che per vero godimento; quei grandi, o sia ricchi, a cui tante superfluitá si son fatte insipide ma necessarie, que’ ricchi in somma che a mensa, a veglia, a’ festini ed a letto, traggono fra gli orrori della sazietá la loro effeminata, tediosa ed inutile vita; que’ ricchi, potrann’eglino, piú che la vilissima feccia del popolo, innalzarsi a conoscere, a pregiare, desiderare e volere la libertá? Costoro primi ne piangerebbero, e assumere non saprebbero esistenza nessuna, se non avessero un intero ed unico tiranno che, perpetuando il dolce loro ozio, alla lor dappocaggine comandasse.

Inevitabile dunque, e necessario è il lusso nelle tirannidi. E crescono in esse tutti i vizi in proporzione del lusso, che è il principe loro; del lusso, che tutti li nobilita, coll’addobbarli; che a tal segno confonde i nomi delle cose che la disonestá dei costumi chiamasi fra’ ricchi galanteria, l’adulare un saper vivere, l’esser vile prudenza, l’esser infame necessitá. E di questi vizi tutti, e dei molti piú altri ch’io taccio, i quali hanno tutti per base e per immediata cagione di lusso, chi maggiormente ne gode, chi ne ricava piú manifesto e immenso il vantaggio? I tiranni, che da essi ricevono, e per via di essi in eterno si assicurano, il pacifico ed assoluto comando.