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libro i - capitolo xii
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In tal modo, a tutto ciò che la nobiltá ereditaria e la milizia perpetua (quali le abbiamo in Europa) potrebbero operare di piú in favore delle orientali tirannidi, vi suppliscono dunque ampiamente le asiatiche religioni, e massime la maomettana, ch’è piú creduta, piú osservata e assai piú potente ancora che non lo sia oramai in nessun luogo la nostra.

Ma, ancorché la nobiltá ereditaria non sussista in gran parte d’oriente (toltine però la Cina, il Giappone, e molti stati dell’Indie, il che certamente non è picciola parte dell’Asia) nondimeno nei paesi maomettani gli strumenti principali della tirannide sono, come nella cristianitá, i sacerdoti, i capi della milizia, i governatori delle provincie e i barbassori di corte: e costoro tutti, benché non vi siano nati nobili, si debbono pure riputare come una classe che, essendo piú che il popolo e meno che il tiranno, e accattando dal tiranno il lustro e l’autoritá, viene per l’appunto ad occupare lo stessissimo luogo nelle tirannidi asiatiche, che occupa la nobiltá ereditaria nelle europèe. Vero è che fra quei nobili d’Asia, morendo essi di morte naturale o violenta, cessa nei loro figli la nobiltá; ma tosto pure alle loro cariche ne sottentran degli altri, e quanti mai ne verranno, tutti, ancorché d’origine plebea, assumeranno tosto il pensare dei nobili; il quale non è altro che di opprimere i popoli e tenersi col tiranno. Ed anzi, questi nobili recenti di tanto piú feroci saranno, quanto l’uomo che è nato piú vile, che è stato piú oppresso, e che ha conosciuto piú eguali, diviene assai piú superbo e feroce ogniqualvolta egli, per altra via che quella della virtú, perviene ad innalzarsi sovr’essi. Ma certamente la virtú non potrá essere mai la scala agli onori e all’autoritá in nessuna tirannide.

L’effetto vien dunque ad essere lo stesso in oriente come in occidente; poiché fra il popolo e il tiranno entrano pur sempre i nobili (o ereditari siano o fattizi) e la permanente milizia: due classi, senza di cui non v’è né vi può esser tirannide; e colle quali non v’è, né vi può essere lungamente mai libertá.

Ma mi si dirá forse, che in ogni democrazia od in qualsivoglia mista repubblica, i sacerdoti, i magistrati, ed i capi della

 V. Alfieri, Opere - iv. 5