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Capitolo Duodecimo
Delle tirannidi asiatiche paragonate coll’europee.
Pare che molte tirannidi d’oriente smentiscano quanto ho detto finora circa alla necessitá dei nobili inerente all’essenza della tirannide, non vi essendo in esse alcuna nobiltá ereditaria; né ammettendo esse a prima vista altra distinzione di ordini che un signor solo e tutti gli altri servi egualmente. E, a dir vero, l’Asia in ogni tempo non solo non conobbe libertá, ma soggiacque quasi sempre tutta a tirannidi inaudite, esercitate in regioni vastissime, in cui non si scorge nessun viver civile, nessuna stabilitá e nessune leggi che non soggiacciano al capriccio del tiranno, eccettuatene tuttavia le religiose. Ma io, con tutto ciò, non dispero di poter dimostrare che la tirannide in ogni tempo e luogo è tirannide; e che, usando ella gli stessi mezzi per mantenersi, produce, ancorché sotto diverso aspetto, gli stessissimi effetti.
Non esaminerò perché siano tali i popoli dell’oriente; le ragioni che riuscirebbero assai piú congetturali che dimostrative, o ne sono state assegnate, o lo verranno da altri piú dotti e profondi che non sia io. Ma, partendo dal dato, io dico che la paura, la milizia e la religione innegabilmente sono esse pure le tre basi e molle delle tirannidi asiatiche, come delle europee, e che sono esse il piú saldo appoggio di quelli e di questi tiranni. Il falso onore, di cui ampiamente ho parlato, non pare da prima occupare alcun luogo nella mente e nel cuore degli orientali; ma pure, se bene si esamina, si vedrá che lo conoscono anch’essi e lo praticano. Per quei popoli il tiranno è un articolo vero di fede; essi tengono la religione assai piú in pregio di noi: quindi in tutto ciò che spetta all’uno o all’altra, dimostrano d’avere moltissimo onore. Non ci è esempio di maomettani che si facciano cristiani come tutto dí v’è esempio di cristiani che rinnegano.