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stato, i tiranni maggiori, avendo meno rispetti, piú illimitata potenza, e minori nemici, ne divennero con molta piú impunitá e sicurezza oppressori del loro misero gregge.
Ma quanto erano stati da temersi pel tiranno quei nobili feudatari, finché aveano avuto autoritá e forza, quanto erano stati ostacolo, e in un certo modo freno, alla compiuta tirannide di quel solo; altrettanto poi ne divennero essi la base e il sostegno, tosto che rimasero spogliati dell’autoritá e della forza. I tiranni si prevalsero da prima del popolo stesso per abbassare i signorotti; ed il popolo, che avea da vendicar tante ingiurie, volenteroso seguitò l’animositá di quel solo e maggior tiranno contro ai tanti e minori. Allora qual dei signorotti si dette per accordo al tiranno, e quale contr’esso rivolse le armi. Ma, o patteggiati, o vinti ch’ei fossero, tutti, od i piú, coll’andar del tempo soggiacquero. Non si estinse tuttavia interamente mai quel male che ridondava da questa secondaria tirannide feudale; non si scemò punto la servitú per il popolo; notabilmente si accrebbe bensí l’autoritá e la forza del tiranno. Conobbero i tiranni la necessitá di mantenere una classe fra essi ed il popolo, che paresse alquanto piú potente che il popolo, e fosse assai meno potente di loro: e benissimo conobbero che, distribuendo fra costoro gli onori tutti e le cariche, diverrebbero questo col tempo i piú feroci e saldi satelliti della loro tirannide.
Né s’ingannarono in tal fatto i tiranni. I nobili, spogliati affatto della loro autoritá e forza, ma non interamente delle loro ricchezze e superbia, manifestamente conobbero che non potevano essi nella tirannide continuare ad esser tenuti maggiori del popolo, se non se risplendendo della luce del tiranno. L’impossibilitá di riacquistare l’antica potenza li costrinse ad adattare la loro ambizione alla necessitá ed ai tempi. Dal popolo, che non s’era certamente scordato delle loro antiche oppressioni; dal popolo che gli abborriva, perché li credeva ancora troppo piú potenti di lui; dal popolo in somma, troppo avvilito per soccorrergli ancor che il volesse, videro chiaramente i nobili che non v’era luogo a sperarne mutazione alcuna