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Non so se al sacerdozio si debba la prima invenzione del trattare come cosa sacrosanta il politico impero, o se l’impero abbia ciò inventato in favore del sacerdozio. Questa reciproca e simulata idolatria è certamente molto vetusta; e vediamo nell’Antico Testamento a vicenda sempre i re chiamar sacri i sacerdoti, e i sacerdoti i re; ma da nessuno mai dei due udiamo chiamare o riputare mai sacri gl’incontestabili naturali diritti di tutte le umane societá. Il vero si è che quasi tutti i popoli della terra sono stati e sono (e saranno sempre, pur troppo!) tolti in mezzo da queste due classi di uomini, che sempre fra loro si sono andate vicendevolmente conoscendo inique, e che con tutto ciò si sono reciprocamente chiamate sacre; due classi, che dai popoli sono state spesso abborrite, alcuna volta svelate, e sempre pure adorate.
È il vero altresí che in questo nostro secolo i presenti cattolici poco credono nel papa; che pochissimo potere ha la inquisizion religiosa; che si confessano soltanto gl’idioti; che non si comprano oramai le indulgenze se non dai ladri religiosi e volgari; ma al papa, alla inquisizione, alla confessione e alle elemosine purgatoriali, in questo secolo, fra i presenti cattolici, ampiamente supplisce la sola milizia; e mi spiego. Il tiranno ottiene ora dal terrore, che a tutti inspirano i suoi tanti e perpetui soldati, quello stesso effetto che egli per l’addietro otteneva dalla superstizione e dalla totale ignoranza dei popoli. Poco gl’importa oramai che in Dio non si creda; basta al tiranno che in lui solo si creda; e di questa nostra credenza, molto piú vile e assai meno consolatoria per noi, glie n’entrano mallevadori continui gli eserciti suoi.
Vi sono nondimeno in Europa alcuni tiranni che, volendo con ipocrisia mascherare tutte l’opere loro, pigliano a sostenere le parti della religione, per farsi pii reputare, e per piacere al maggior numero che per tuttora la rispetta e la crede. Ogni savio tiranno ed accorto cosí dée pure operare, sia per non privarsi con una inutile incredulitá di un cosí prezioso ramo dell’autoritá assoluta, quale è l’ira dei preti amministrata da lui, e viceversa, la sua, amministrata da essi; sia perché, usando