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un popolo che crede potervi essere un uomo che rappresenti immediatamente Dio, un uomo che non possa errar mai, egli è certamente un popolo stupido. Ma se, non lo credendo, egli viene per ciò tormentato, sforzato e perseguitato da una forza superiore effettiva, ne accaderá che quella prima generazione d’uomini crederá nel papa per timore, i figli per abitudine, i nepoti per stupiditá. Ecco in qual guisa un popolo che rimane cattolico, dée necessariamente, per via del papa e della inquisizione, divenire ignorantissimo, servissimo e stupidissimo.
Ma, mi dirá taluno: — Gli eretici credono pure nella trinitá; e questa al senso umano pare una cosa certamente ancora piú assurda che le sopraccennate: non sono dunque gli eretici meno stupidi dei cattolici. — Rispondo: che anche i romani credevano nel volo e nel beccar degli augelli, cosa assai piú puerile ed assurda, eppure erano liberi e grandi; e non divennero stupidi e vili, se non quando, spogliati della loro libertá, credettero nella infame divinitá di Cesare, di Augusto e degli altri lor simili e peggiori tiranni. Quindi, la trinitá nostra, per non essere cosa soggetta ai sensi, si creda ella o no, non può influire mai sopra il viver politico: ma l’autoritá piú o meno di un uomo, l’autoritá illimitata sopra le piú importanti cose, e velata dal sacro ammanto della religione, importa e molte e notabili conseguenze; tali in somma che ogni popolo che crede od ammette una tale autoritá si rende schiavo per sempre.
Lo ammetterla senza crederla, che è il caso nostro presente in quasi tutta l’Europa cattolica, mi pare una di quelle umane contraddizioni sí stranamente ripugnanti alla sana ragione, ch’elle non possono essere gran fatto durevoli; e quindi non occorre maggiormente parlarne. Ma i popoli che l’autoritá del papa ammettono perché la credono, come erano i nostri avi, ed alcune presenti nazioni, necessariamente la credono o per timore o per ignoranza e stupiditá. Se per queste ultime ragioni la credono, chiaro è che una nazione stupida ed ignorante affatto non può, nel presente stato delle cose, esser libera: ma, se per timore la credono i popoli, da chi vien egli in loro inspirato codesto timore? Non dalle papali scomuniche certamente,