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Francesco. Vero è (cosí pur nol fosse!) che prima ed ultima volta fia questa, in cui scambievolmente vederci ed udirci potremo oramai; ma la fervida memoria che di me tu conservi mi ti renderá bene spesso presente, ed in parte cosí verrai a deludere le inesorabili leggi di morte. Dal vano pianto io ti scongiuro dunque a cessare; non ardirò dirti interamente lo stesso quanto alle tue tante rime; sí delle poche che per me hai fatte o farai, sí delle molte, e troppe, che per la tua donna scrivesti e scrivi tuttora. Ma siccome tu fama da esse non pretendi né aspetti, piú nobile e dolce sfogo della mestizia dell’animo tuo, amichevolmente ti dico che ritrovare non puoi. E molto mi piace che dell’amata tua donna, piú assai che i crin d’oro e i negr’occhi, ne vai laudando la candidissima alma, il dolce costume, gli alti sensi e il nobile acuto e modesto ingegno. Ma sieno, ten prego, codeste rime il tuo pensiero secondo; le tragedie vadano innanzi; e pensa che alla nostra Italia ben altramente bisognano altezza d’animo e forza che non soavitá di sospiri. Non ti stancare di adoperar sovr’esse la lima penosa; e un certo discreto numero non ne eccedere. Il bollore degli anni impiegato hai finora nel bollor del creare; i rimanenti, che l’etá intiepidisce piú sempre, alla freddezza della lima consecrali; e, per ultimo prego mio, cui ben fitto ti scongiuro di sempre portarti nel cuore, giunto che sarai ad una certa discreta etá, conosciti e datti per vecchio, anche anzi d’esserlo; e le muse abbandona prima ch’elle ti lascino. Né in ciò ti voglio concedere che coi piú grandi scrittori tu pecchi; convinto sii che varcato dall’uomo il nono lustro, o poco più in lá, ogni poeta che scrive va togliendo a se stesso la giá acquistata fama.
Vittorio. Il nobile e giusto consiglio, che interamente pure al mio pensare si adatta, da te riconoscere il voglio e, come d’ogni altro tuo prego, a me far di questo una legge inviolabile. Due cose sole a chiederti mi rimane, ed è l’una se non isdegneresti che io in alcuna parte ti ponessi una semplice marmorea lapide, con sopravi poche parole, ove testimoniando al mondo il mio immenso amore per te, il tuo alto valore almen vi accennassi.