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dispregiava; nessuna cosa abborriva fuorché la violenza usata agli uomini fuor dell’aspetto di legittima legge: molto conosceva e poco apprezzava me stesso, e non invidiava pure nessuno, cotanti vedendone a me sovrastare, e non desiderava altro al mondo che il poter praticar la virtú; di quella parlo, che sola è la vera, poiché agli altri uomini giova quella che conoscer si può, ma immedesimarsela non mai, se non col continuo, pubblico, libero, e laudato esercizio di essa. Tale era io, standomi umilmente a bottega, e non aveva altro sollievo al mondo che l’andar leggendo i pochi ottimi libri; ed altro martirio al mondo non aveva ad un tempo che il paragonare me e i miei tempi con quegli uomini e tempi di cui leggeva.
L’umiltá dei natali doluta forse mi sarebbe oltre modo, se avendo io una vera patria, mi avesse ciò escluso dal poterla servire e giovarle; il che, dove vera patria fu, non accadde pur mai: ma dove la chiarezza del sangue prerogativa altra non dá che di lasciar rimirar piú da presso la fucina vile, in cui le comuni catene di tutti si temprano, somma ventura io reputai il non averla sortita; poiché quindi alla oscuritá del mio nascere io poteva piú assai facilmente congiungere la puritá della mia, non ardirò giá dir libera, ma ignorata e indipendente esistenza. Da tutto ciò, forse, nacque, senza che io me ne avvedessi, quel mio contegno, qual ch’ei si fosse, co’ nobili, di cui tu mi chiedi ragione.
Vittorio. Oh anima veramente sublime, che tutto innalza quanto ella tocca! anima che, per nulla aver fatto, ed ogni cosa sentito, tanto è maggiore d’ogni altra e, direi, di se stessa!
Francesco. Deh, modera questi tuoi affettuosi trasporti. Tanti altri uomini vi sará, che cosí pensano e praticano tutto dí...
Vittorio. Ed ecco ancora un’altra particolar tua grandezza. Gli uomini conosci ed i tempi; e sí pure ti ostini a reputare non rara cosa la virtú ed il vero. Senza avvedertene, tu giudichi altrui da te stesso; e cosí, senza volerlo, te sovra ogni altro fai grande.
Ma dimmi ancora: — come mai col cuore e la mente cosí pieni e infiammati del bello (cioè del vero), con una tempra