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E da prima rispondimi: — tu nato non nobile, ma cittadino in tempi che questo nobilissimo nome, di cui si fregiava un Scipione, per non v’essere piú vera cittá, vien dato in suono di sprezzo alla classe posta fra i nobili e il popolo, deh, dimmi, tu nato non nobile, co’ nobili che in cuore giustamente sprezzar tu dovevi, come, donde, cavavi quel tuo dignitoso contegno, per cui tacitamente, senza però offenderli mai, ti venivi a mostrare tu il vero patrizio, ed essi nel tuo cospetto confessarsi pareano d’esser meno che plebe?
Francesco. Delicato tasto mi tocchi, e questo soltanto ben fêsti forse di non ricercarmi in vita. Risponderotti pur ora assai francamente.
Ancorché nella natura umana inevitabile sia (benché ascondibile, e dai piú scaltri amatori di se stessi nascoso) quell’odio che si porta ai maggiori di noi, o creduti tali, non odiava io perciò i nobili perché, paragonandomi con essi, in nessuna cosa mi ritrovava io minore di loro ed in molte maggiore. Dal mio negozio dove, piú per rispetti di famiglia, che per aviditá di guadagno, mi stava trafficando di seta, vedeva io spesso pel maggior fòro della cittá scioperati e carichi oppressi d’ozio e di noia codesti nobili passeggiare; ed io li vedeva standomi tal volta con Tacito o con altro sommo classico in mano: come mai odiarli potea? Tacito o altro libro dicevami che né io, né essi in questi governi eravamo, né essere potevamo giammai veri uomini; niuna differenza passava tra essi e me nel servire, se non che io d’esser servo sapeva, e doleamene e vergognava; essi nol sapeano o se ne gloriavano. Indegno sarei stato del tutto di poter essere un vero uomo, se piú assai compatita non avessi tal gente che odiata. E in ciò ti svelo schietto il mio cuore; o fosse natura, o fosse in me frutto del molto leggere e del piú pensare, io gli uomini tutti amava davvero; i pochi buoni perché tali, i tanti rei perché rei non sono quasi mai per se stessi, ma per fatalitá di circostanze, e insufficienza di leggi. Odiava io bensí sommamente quelle prime cagioni che gli uomini fanno o lasciano esser rei, ma non gli uomini mai. Era dunque tale lo stato dell’anima mia, che io neppure i piú disprezzabili