Pagina:Alfieri, Vittorio – Della tirannide, 1927 – BEIC 1725873.djvu/278

272
iii. panegirico
 



senza volerlo venuto a rimordere i primi fra i senatori. Cancellati sono dai fasti nostri, e dalla memoria nostra per anco, quegli illustri ribaldi che con empie adulazioni, con tradimenti, veleni, concussioni e delitti in somma orribili, d’ogni genere ed infiniti, aveano della patrizia gente contaminato a segno la fama e maestá, che la piú scellerata, la piú disprezzabile, la piú abborrita in Roma non v’avea. Erano quegli, ed esser tali doveano, i senatori che ai Neroni e ai Domiziani toccavano; come voi siete meritamente il senato che di Traiano si fregia.

VIII

Ma, di quanti luttuosi mali dei nostri tempi ho annoverati finora, non mi è giá caduto in pensiero d’incolparne i miseri cittadini. Ah! no; conseguenza necessaria e funesta era quella delle infami ed inique signorie; come necessaria e fausta conseguenza della divina libertá dovean essere, ed erano, le sopra accennate virtú.

E giá io, di baldanzosa speme e di profetico spirto ripieno, antiveggo qual debba fra non molti anni, per la restituita libertá, risorgere la Roma novella, e per infiniti secoli terrore e ammirazione alle genti poi crescere e mantenersi. Piú che convinto oramai è Traiano che il volere sotto il dominio assoluto di un solo continuar la cittá egli è un volerla intieramente distruggere. Non, s’egli eterno vivesse; non, s’egli un altro Traiano a governarci lasciasse; e successivamente, e sempre, altri Traiani assumere si potessero all’impero; non certo allora ridomandare si udrebbe libertá dai romani; poiché, o piena l’avrebbero, o cosí mite sarebbe il servire che, tranne l’altezza e la energia dell’animo, tutti i rimanenti beni della libertá si godrebbero. Ma la impossibilitá di tal cosa, il pericolo estremo che anche l’ottimo principe porta sempre con sé, di essere dalla propria illimitata potenza tradito e corrotto; quel nobile diffidare di se stesso e dei propri lumi, in chi maggiori gli ha piú frequente; tutto, tutto addita a Traiano che la gloria, la sicurezza, e la