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iii. panegirico
 



Né tu ciò credi, né noi. Un uomo nella repubblica saravvi, il quale, o per adozione di principe, o per sognata ereditá, o per elezion di soldati, o anche, se vuolsi, per irriflessiva elezione del popolo intero, salirá in dignitá primaria, sola, perpetua, non frenata, non impedita e avvalorata anzi da molti e possenti eserciti? costui sará, (né altrimenti Roma appellarlo mai puote) sará un tiranno costui. Forse mite, forse giusto, forse buono, anche ottimo forse; ma odiosissimo pur sempre a liberi cittadini, e un mostruoso ente da essi a ragion riputato; perché stará in lui, ed in lui solamente, il non essere né mite né giusto né buono. Un popolo che, in tal guisa pensando, non ha del tutto ancora sovvertite le idee del retto, e che legittima autoritá quella sola egli stima, che data, e con limiti, da chi poté darla può togliersi; un tal popolo, parmi, merita ancor libertá. E tale, o Traiano, egli è pur questo popolo che tu colle leggi governi; ed a cui provvedere tu déi (se ti cale la sua gloria e salvezza) che altri mai, fuorché le sacre leggi, governare d’ora innanzi no ’l possa. Dall’odio dell’autoritá tua e dall’amore immenso di te, che moderatamente la eserciti, puoi dunque vieppiú imparare a conoscere ed apprezzare e il popolo tuo e te stesso. A principe maggior del suo impero non altrimenti da un libero cittadino si parla.

Mi è noto, e nol niego, che sí nella plebe che fra i patrizi, moltissimi uomini vi ha, che, dai passati governi nelle reitá e nelle brutture travolti, d’essere romani non sanno; e un tal numero forse, ove pur non soverchi, agguagliasi al numero almeno di chi caldamente il rimembra. Ma che per ciò? Tralascierá mai l’ottimo principe, il padre di tutti, di giovare a tutti, perché gran parte nol merita? La virtú in pregio tornata, le severe ben eseguite leggi, e piú d’ogni cosa, il chiaro e sublime esempio possono in pochi anni i guasti a mezzo soltanto far rinsanire e rivivere; ed i putridi corrotti membri della repubblica, per la salvezza dei rimanenti, estirpare. Anche al cacciar che Roma facea dei Tarquini, molti partigiani della tirannide, molti rei, molti vili, molti traditori entro il suo nuovo e ancor vacillante stato acchiudeva: ma che? lo splendido esempio d’un