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ai loro eserciti e, piú tempo addietro, alle violenti risse dei Gracchi; a tutte queste rovinose pesti si sarebbe forse potuta vittoriosamente opporre la forza della sana opinione, se maestrevolmente ella fosse stata conservata, rinnovellata e corroborata dai continui ed alti insegnamenti della ragione e del vero, che sotto infinite forme fatti penetrare dai molti eccellenti scrittori fin nel piú infimo cittadino di Roma, tutti nel dritto sentiero rattenuti piú a lungo gli avrebbero. E si noti per cosa certissima che la influenza degli scritti, allorché tendono a rinnovare o confermare una sana opinione, riesce molto superiore al poter delle leggi; appunto perché il libro cortesemente soggioga col solo convincere, e la legge duramente fa forza coll’assolutamente costringere. Io perciò mi riprometterei piuttosto di pervenire piú brevemente e efficacemente a innestare nel cuore di una moltitudine una qualunque veritá, porgendogliela replicatamente per via di diletto, in una teatrale rappresentazione da tutti intesa e gustata, che non per via di una diretta concione, e molto meno per via di una costringente, ancor che giusta e legittima, legge.
La ragione ed il vero sono quei tali conquistatori che, per vincere e conquistare durevolmente, nessun’altra arme debbono adoperare che le semplici parole. Perciò le religioni diverse e la cieca obbedienza si sono sempre insegnate coll’armi; ma la sana filosofia e i moderati governi coi libri.
Capitolo Undecimo
Esortazione a liberar l’Italia dai barbari1.
Ma tra quante schiave contrade nella Europa rimiro, nessuna al nuovo aspetto delle lettere potrebbe piú facilmente (a
- ↑ Cosí intitolò il divino Machiavelli il suo ultimo capitolo del Principe; e non per altro si è qui ripetuto, se non per mostrare che in diversi modi si può ottenere lo stesso effetto.