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libro iii - capitolo x
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difenderli. La libertá in oltre è la sola e vera esistenza di un popolo; poiché di tutte le cose grandi operate dagli uomini la ritroviamo sempre esser fonte. In Roma dunque ed in Londra erano e sono necessariamente illuminati e sovrani oratori quegli uomini, cui con sí bel privilegio la libertá destinava e destina a stabilire, conservare ed accrescere le piú sacre e legittime prerogative di tutti. Ma fra noi, popoli servi che non abbiamo tribuni, chi altri mai ci potrá insegnare a conoscere i nostri diritti, a ripigliarceli e a difenderli, se ciò gli scrittori non fanno? e se le lettere, piú che ad ogni altra cosa, a questa non giovano; se anzi, fattesi esse ministre di falsitá e di lordura, sotto un aspetto pur tanto diverso dalla loro naturale istituzion primitiva, si veggono appiè del trono in un col servaggio nel fango bruttare, non debbono elle giustamente venir reputate dai popoli per una delle piú fetide pesti della lor societá? le sacre lettere che, di tanto traviate, riduconsi pure ad insegnare, laudare e proteggere il falso, con quell’arte e lusinga cosí possente ognora su gli uomini tutti, la elegante eloquenza. Ciascuno militi nel mondo sotto le proprie insegne. L’interesse e lo scopo dei principi si è il comandare quanto piú essi possono; e, per ottener tal vittoria, incontro ai popoli schierano l’ignoranza e gli eserciti. L’interesse e lo scopo dei popoli, (e il solo degno di loro) si è, o dev’essere, il valersi di tutte le proprie facoltá pel maggior vantaggio di ciascun individuo e di tutti; ma a questo alto scopo manifestamente si oppone il cieco obbedire ad un solo. Dunque, infin che venga quel giorno, in cui contra i principeschi satelliti schierare si possano degli uomini cittadini e distruggerli, incontro alla principesca ignoranza in copia schierar vi si debbono arditi e veraci scrittori, che ai tremanti loro conservi insegnino a farsi uomini e cittadini, e che ai tremanti principi ricordino che, per sé soli, degli uomini tutti i minori son essi.

Gli arditi e veraci scrittori son dunque gli onorati, naturali, e sublimi tribuni dei non liberi popoli. Eletti a cosí alto incarico dalla sola forza del natural loro impulso, sotto mille forme diverse, ma tutte calde, convincenti ed energiche, appresentano e scolpiscono nel cuor di quei popoli l’amor del vero, del