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ii. del principe e delle lettere
 



al rimettere sempre in luce le veritá morali giá bastantemente dimostrate dai buoni ed alti esempi, ma sempre pure dalla malizia e reitá d’alcuni uomini alterate, nascoste, scambiate col falso, impedite, perseguitate o sepolte; nasce da questo diversissimo loro uffizio una diversitá non picciola di vicende e di effetti, ancorché i mezzi dell’une e dell’altre ne siano pur sempre lo ingegno e la penna. Di questa diversitá di vicende e d’effetti mi conviene ora ragionar lungamente, per sempre piú munire di salde incontrastabili prove quanto finora ho asserito delle lettere.

Le scienze, come ogni altra egregia cosa, ci derivano anch’esse dai greci: vale a dire da uomini liberi. E pare in fatti che al ritrovamento dei princípi nascosti e sublimi delle cose, si richiegga un cosí grande sforzo di pensare che nel capo d’un tremante schiavo sí alta e difficile curiositá non sarebbe potuta entrare giammai. Ma pure, posati una volta i princípi delle scienze, la influenza delle fisiche veritá sovra lo stato politico riesce cosí lenta e lontana, e perciò vien cosí poco impedita dalla tirannide, ch’io non dubito punto che se Newton con lo stesso suo ingegno e con la dottrina che lo precedeva, fosse anche venuto a nascere, o a traspiantarsi nel piú servile governo d’Europa, egli avrebbe nondimeno potuto creare tutto il sistema suo, quale per l’appunto il creava nel seno della libertá dove nacque. Ma nel dire io: «con la dottrina che lo precedeva», mi par dimostrare ad un tempo che la libertá era pur sempre necessaria a quei primi scienziati scopritori delle leggi dei corpi, per crearle; ma non necessaria ai susseguenti per ampliarle, spingerle all’ultima possibilitá, ed anche, con gli stessi giá scoperti mezzi affatto variandole, in un certo modo, di bel nuovo crearle. Il posare dunque i loro principi, lo inventare, o il primo ritrovare, egli è quel tal pregio in cui e le lettere e le scienze ebbero tra loro comune la sorte; pregio che ottener non poteano se non in un libero governo, fra uomini molto e arditamente pensanti. Ma nel loro progredire poi, le une dalle altre si scostano, quanto i due scopi ch’elle si propongono dissimili sono fra sé e quanto sono diversi i soggetti ch’elle trattano; cioè la