Pagina:Alfieri, Vittorio – Della tirannide, 1927 – BEIC 1725873.djvu/198

192
ii. del principe e delle lettere
 



Ora, perché dunque sempre gridare che non vi sono Mecenati? che, se vi fossero... Quanto piú ragionevole grido sarebbe il dolersi che nella classe dei ben nati ed agiati uomini non vi siano degli animi forti, innestati sopra forti ed acuti ingegni: poiché chiarissima cosa è che alto animo, libere circostanze, forte sentire ed acuto ingegno sono i quattro ingredienti che compongono il sublime scrittore; ma non mai la mediocritá innestata su la protezione. Ma se pure alcuno di questi sopra nomati, avvedendosi in tempo d’avere queste quattro doti, si riscuote, e si pone all’impresa, chi può negare che quegli, senza Mecenate nessuno, il tutto fará? e che tanto maggiormente il fará che niuno protetto schiavo? Ora, perché mai questi nobili o ricchi, e non stolti, che tanto orgoglio insultatore dispiegano nella pompa del loro servaggio; perché costoro, con piú vera nobiltá d’animo, non si fanno eglino, non protettori inetti di lettere, ma valenti letterati e scrittori essi stessi, e protettori quindi efficaci della veritá e degli uomini? Ben altri mezzi avrebbero costoro nel principato, che ogni altr’uomo natovi umile e povero. Ma il timore, che maggiormente può in chi piú ha, li disvia e impedisce: oltre che il nascere, per opinione stolta, fra i primi, toglie lor quell’impulso e quel divino furore di volersi far primi per realitá. Ma se pure il timore non concederá ai nobili o ricchi di divenire nel principato sublimi scrittori di feroci veritá, qual cosa mai potrá loro impedire di assomigliarsi ai Virgilii, agli Orazi, Ariosti, Tassi, Racine e simili? Si noti inoltre che questi nobili facendosi scrittori, a eguale ingegno, tosto maggiori sarebbero di quelli non nobili e poveri: poiché, come non necessitosi e assai men dipendenti, mondati sarebbero ed essi e i loro libri dalla feccia della vile adulazione e della sfacciata menzogna.

Ma i nobili e i ricchi, nel principato, non vogliono essere (pur troppo!) né poeti filosofi, né semplicemente poeti. Quindi, vedendo io che, in tale governo, chi ha piú mezzi per coltivare le lettere meno le coltiva; e vedendo che vi si danno solamente coloro che a ciò fare hanno tutti gli ostacoli; o quelli che, mossi da un mediocrissimo impulso d’ingegno, sospinger