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Fra queste tre specie di principi magnati, piglierò per esempio della prima Alessandro, della seconda Ciro, della terza Tito: e paragonerò l’utile da essi arrecato agli uomini, e quindi la somma della loro fama, alla fama ed utilitá arrecata da un solo valente scrittore; e sia questo il piú antico, il gran padre Omero.
Alessandro, le cui vittorie e conquiste da nessun principe non furono mai agguagliate, non giovò ai macedoni; perché della infinita gente ch’egli estrasse dal proprio regno, il piú gran numero ne periva nell’Asia, e dei pochi che si arricchirono della preda dei persi, niuno quasi ne ritornava in Macedonia: e questa, allo svanire di quell’aura prima di gloria che al popolo conquistatore si aspetta, rimanea un picciolo regno da sé, poco o nulla serbando di quelle sue giá tante conquiste. Alessandro ai greci non giovò, poiché dalla epoca sua si deve ripetere la intera cessazione della loro libertá, per cui sola i greci si erano creati il primo popolo della terra; ai persi non giovò, poiché distruggea il loro impero, smembrandolo; agli altri popoli del globo non arrecò né utile né danno: ai principi nati dopo lui, e che senza le sue virtú imitare lo vollero, gran danno arrecò; e piú ancora ai popoli posteriori, che furono di quelle mal nate abortive ambizioni la vittima; Alessandro, in fine, alla universalitá delle successive generazioni null’altro lasciò di se stesso, se non il terrore o la maraviglia del nome.
Ciro giovò ai persi fondando il loro impero, e assicurandolo con savie leggi, per quanto pur elle siano combinabili col governo d’un solo. Ma Ciro, come avviene in ogni principato, assai piú giovò ai suoi successori re che non ai suoi popoli. E in prova di ciò, tolta una certa disciplina militare, che neppur molto durava e che in nulla era da paragonarsi alla greca e romana dappoi, in qual virtú, in quale arte divennero mai eccellenti i persiani? quai lumi ebbero? quali ne arrecarono alle soggiogate nazioni? quai tratti di sublime grandezza d’animo ci hanno tramandati le loro storie? dove sono le loro storie? Un vasto e muto silenzio di molti secoli, interrotto di tempo in tempo da milioni di schiavi armati, e sempre disfatti da poche centinaia di greci liberi, ogniqualvolta all’Europa affacciavansi;