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PREFAZIONE

Pareami, in sogno, al sacro monte in cima
venir per l’aure a vol sovr’ali snelle
fra il coro delle vergini sorelle,
per cui l’uom tanto il viver suo sublima.

— Qui t’abbiam tratto (a me dicea la prima)
non perché invan del tuo volar ti abbelle,
ma perché appien, quanto il saprai, scancelle
un rio volgar parer che mal ci estima.

Sia malizia, o ignoranza, o sia viltade,
Giove per padre ognun ci dá; ma tace
che vera madre nostra è Libertade.

Tu vanne, e dillo, espertamente audace,
in suon sí forte, che in piú maschia etade
vaglia a destar chi muto schiavo or giace. —