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LIBRO PRIMO
ALLA LIBERTÁ.
Soglionsi per lo piú i libri dedicare alle persone potenti, perché gli autori credono ritrarne chi lustro, chi protezione, chi mercede. Non sono, o divina libertá, spente affatto in tutti i moderni cuori le tue cocenti faville: molti ne’ loro scritti vanno or qua or lá tasteggiando alcuni dei tuoi piú sacri e piú infranti diritti. Ma quelle carte, ai di cui autori altro non manca che il pienamente e fortemente volere, portano spesso in fronte il nome o di un principe o di alcun suo satellite; e ad ogni modo pur sempre di un qualche tuo fierissimo naturale nemico. Quindi non è maraviglia se tu disdegni finora di volgere benigno il tuo sguardo ai moderni popoli, e di favorire in quelle contaminate carte alcune poche veritá, avviluppate dal timore fra sensi oscuri ed ambigui e inorpellate dalla adulazione.
Io che in tal guisa scrivere non disegno; io che per nessun’altra cagione scriveva, se non perché i tristi miei tempi mi vietavan di fare; io che, ad ogni vera incalzante necessitá, abbandonerei tuttavia la penna per impugnare sotto il tuo nobile vessillo la spada; ardisco io a te sola dedicar questi fogli. Non farò in essi pompa di eloquenza, che in vano forse il vorrei; non di dottrina che acquistata non ho; ma con metodo, precisione, semplicitá e chiarezza, anderò io tentando di spiegare i pensieri che mi agitano, di sviluppare quelle veritá che