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libro ii - capitolo viii
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a simile impresa oramai si accingesse) ogniqualvolta un tal libro non avesse stoltamente per fine la gloria letteraria e legislatrice, ma fosse semplicemente un virtuoso e ben intenzionato sfogo di un ottimo cittadino: e come tale, inutile allora non riuscirebbe del tutto.

Dalle cose finora da me, per quanto ho saputo, rapidamente presentate al lettore, ne potrebbe frattanto, s’io non erro, ridondar questo bene che, ove una repubblica insorgente in questi, o nei futuri tempi, sopra le rovine d’alcuna distrutta tirannide, badasse a spegnere, o a menomare quanto piú le fosse possibile la pestifera influenza di quelle tante cagioni della passata servitú da me ampiamente nel primo libro dimostrate, si può credere che una tale insorgente repubblica verrebbe ad ottenere alcun peso e stabilitá. Che se io minutamente ho dimostrato come sia costituita la tirannide, indirettamente avrò dimostrato forse come potrebbe essere costituita una repubblica. E il primo di tutti i rimedi contro alla tirannide, ancorché tacito e lento, egli è pur sempre il sentirla; e sentirla vivamente i molti non possono, (abbenché oppressi ne siano) lá dove i pochi non osino appien disvelarla.

Ma, quanto è necessario l’impeto, l’audacia e (per cosí dire) una sacra rabbia, per disvelare, combattere, e distruggere la tirannide, altrettanto è necessaria una sagace e spassionata prudenza, per riedificare su quelle rovine; onde difficilmente l’uomo stesso potrebbe esser atto egualmente a due imprese pur tanto diverse nei loro mezzi, benché dissimile nella lor mèta. Ed io, per amor del vero, son pure costretto a notar qui di passo che, le opinioni politiche (come le religiose) non si potendo mai totalmente cangiare senza che molte violenze si adoprino, ogni nuovo governo è da principio pur troppo sforzato ad essere spesso crudelmente severo, e alcune volte anche ingiusto, per convincere e contenere con la forza chi non desidera, o non capisce, o non ama, o non vuole innovazioni ancorché giovevoli. Aggiungerò che, per maggiore sventura delle umane cose, è altresí piú spesso necessaria la violenza, e qualche apparente ingiustizia nel posar le basi di un libero governo su le rovine