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libro ii - capitolo viii
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niente meno insultante e gravosa per gli uomini che qualsivoglia altra antica od asiatica, ma assai piú saldamente fondata, e assai piú durevole quindi e fatale.

Alla seconda obbiezione mi conviene rispondere alquanto piú lungamente. Il dimostrare qual sia il male, quali ne siano le cagioni, i mezzi, ed in parte gli effetti, vien certamente ad essere un tacito insegnamento di ciò che potrebbe esser il bene; che in tutto è il contrario del male. — Se dunque venisse fatto pur mai di estirpar la tirannide in alcuna ragguardevol parte di Europa, come per esempio in tutta la Italia, qual tempra di governo vi si potrebb’egli introdurre, che non venisse dopo alcun tempo a ricadere in tirannide di uno o di piú? —

Se io, colla dovuta modestia e coscienza delle poche mie proprie forze, mi fo a rispondere a questo importante quesito, dico che quando si ritrovasse l’Italia nelle circostanze a ciò necessarie, quegl’italiani che a quei tempi si troveranno aver meglio letto e considerato tutto ciò che da Platone in poi è stato scoperto e insegnato da tanti uomini sommi circa alla meno viziosa forma dei governi, quegli italiani d’allora, che avran meglio studiato e conosciuto nelle diverse storie, e nei diversi paesi dello stesso lor secolo, la natura, l’indole, i costumi e le passioni degli uomini; quelli soli potranno allora con adequato senno provvedere a ciò che operare allor si dovrebbe pel meglio, cioè pel meno male.

Se io, all’incontro, presuntuosamente rispondere volessi al quesito, mi troverei costretto di farlo col pormi ad un’altra opera, e intitolarla Della Repubblica; nella quale individuatamente ed a lungo mi proverei a ragionare su tale materia. Ma, quando puranche mi credessi io di avere e senno e lumi, e dottrina ed ingegno da ciò, bisognerebbe nondimeno sempre che io (per non acquistarmi gratuitamente alla prima il nome di stolto) in fronte di un tal libro mi protestassi, ch’ella è impossibil cosa fra gli uomini di nulla stabilir di perfetto e d’inalterabile; e principalmente in un tal genere di cose, che richiedendo continuamente sforzo e virtú (atteso il contrario e continuo impulso della natura umana, che assai piú è propensa al bene