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i. della tirannide
 



tirannidi, ben presto anco la moltitudine stessa cangierebbe il pensiero, e si verrebbe cosí a rimediare ad un tempo stesso alla tirannide. Ma siccome gli uomini di una tal tempra sono cosa rarissima, e principalmente in questi scellerati governi; e siccome lo spegnere il solo tiranno null’altro opera per lo piú che accrescere la tirannide; io sono costretto, fremendo, a scrivere qui una durissima veritá; ed è, che nella crudeltá stessa, nelle continue ingiustizie, nelle rapine e nelle atroci disonestá del tiranno, sta posto il piú breve, il piú efficace, il piú certo rimedio contra la tirannide. Quanto piú reo e scellerato è il tiranno, quanto piú oltre spinge manifestamente l’abuso dell’abusiva sua illimitata autoritá; tanto piú lascia egli luogo a sperare che la moltitudine finalmente si risenta, e che ascolti ed intenda e s’infiammi del vero, e ponga quindi solennemente fine per sempre a un cosí feroce e sragionevol governo. È da considerarsi che la moltitudine rarissimamente si persuade della possibilitá di quel male che ella stessa provato non abbia, e lungamente provato: quindi gli uomini volgari la tirannide non reputano per un mostruoso governo, finché uno o piú successivi mostri imperanti non ne han fatto loro funesta ed innegabile prova con mostruosi eccessi inauditi.

Se in verun conto mai un buon cittadino potesse divenire ministro d’un tiranno, ed avesse fermato in se stesso il sublime pensiero di sagrificare la propria vita, e di piú anche la propria fama, per sicuramente ed in breve tempo spegnere la tirannide, costui non avrebbe altro migliore né piú certo mezzo, che di consigliare in tal modo il tiranno, di secondare e perfino talmente instigare la sua tirannesca natura, che abbandonandosi egli ad ogni piú atroce eccesso rendesse ad un tempo del pari la sua persona e la sua autoritá odiosissima e insopportabile a tutti. E dico io espressamente queste tre parole: «la sua persona», «la sua autoritá» e «a tutti»; perché ogni eccesso privato del tiranno non nuocerebbe se non a lui stesso; ma ogni pubblico eccesso, aggiuntosi ai privati, egualmente a furore movendo l’universale e gl’individui, nuocerebbe ugualmente alla tirannide ed al tiranno; e li potrebbe quindi ad un tempo stesso