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libro ii - capitolo vii
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Onde conchiudo che nella tirannide meritano solo di esser servi quei pochi, che avendo in sé la idea di libertá, (e quindi o la forza o l’arte per tentare almeno di riacquistarla per sé, facendola ad un tempo riacquistare ad altrui) antepongono tuttavia di vivere in servitú; ed anzi se ne pregiano essi, e quanto piú sanno e possono, vi costringono il rimanente dei loro simili.

Capitolo Settimo

Come si possa rimediare alla tirannide.

La volontá, o la opinione di tutti, o dei piú, mantiene sola la tirannide; la volontá, e l’opinione di tutti, o dei piú, può sola veramente distruggerla. Ma se nelle nostre tirannidi l’universale non ha idea d’altro governo, come si può egli arrivare ad infondere in tutti, o nei piú, questo nuovo pensiero di libertá? Risponderò, piangendo, che mezzo brevemente efficace a produr tale effetto nessuno ve ne ha; e che nei paesi dove la tirannide da molte generazioni ha preso radice, moltissime ve ne vuole prima che la lenta opinion la disvelga.

E giá mi avveggo che in grazia di questa fatal veritá mi perdonano i tiranni europèi tutto ciò che fin’ora intorno ad essi mi è occorso di ragionare. Ma, per moderare alquanto questa loro non meno stolta che inumanissima gioia, osserverò che ancorché non vi siano efficaci e pronti rimedi contro la tirannide, ve ne sono molti tuttavia ed uno principalissimo, rapidissimo ed infallibile, contra i tiranni.

Stanno i rimedi contra al tiranno in mano d’ogni qualunque piú oscuro privato; ma i piú efficaci e brevi e certi rimedi contra la tirannide stanno (chi ’l crederebbe?) in mano dello stesso tiranno; e mi spiego. Un animo feroce e libero, allorquando è privatamente oltraggiato, o quando gli oltraggi fatti all’universale vivissimamente il colpiscono, puó da sé solo in un istante e con tutta certezza efficacemente rimediare al tiranno, col ferro: e, se molti di questi animi allignassero nelle