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i. della tirannide
 



di servire, di cui ben ampia giá e terribile ne van sopportando la pena. Ma l’odio, lo sprezzo, e se altro sentimento vi ha piú obbrobrioso e feroce, tutti si debbono bensí dai pochi enti pensanti fieramente rivolgere contro a quella picciola classe di uomini che, non essendo stolidi affatto né inetti, ed accorgendosi benissimo di viver servi nella tirannide, sfacciatamente pure ogni giorno il vero, se stessi e gli altri tutti tradiscono, correndo a gara ad adulare il tiranno, ad onorarlo, a difenderlo ed a porgere primi l’infame collo ai suoi lacci; e ciò, col sol patto che doppiamente da essi avvinto ed oppresso ne rimanga il misero ed innocente popolo; presso cui, per ottenere il lor barbaro intento, caldissimi propagatori con astuzia si fanno di ogni dannosa ignoranza.

E, spingendo io piú oltre questa importante differenza fra quella parte di schiavi che nella tirannide si fa istrumento d’oppressione, e quella che (senza saperne il perché) si fa vittima, ardisco asserire una cosa che parrá forse ai molti non vera, ma che io credo pure verissima. Ed è che dalla fedeltá stessa, dalla cecitá ed ostinazione maggiore, con cui i popoli nella tirannide difendono il loro tiranno, si debbe arguire che essi farebbero altrettanti e piú sforzi per la libertá, se mai l’acquistassero; e se fin dalle fasce, in vece del nome del tiranno, come cosa sacra avessero udito sempre religiosamente insegnarsi il nome di repubblica.

Il vizio dunque della tirannide, e il maggiore obbrobrio della servitú, non risiede nel popolo, che in ogni governo è sempre la classe la meno corrotta; ma interamente risiede in quei pochi che il popolo ingannano. Ed in prova, si osservi che ogniqualvolta il tiranno eccede quel modo comportabile dalla umana stupiditá, il primo sempre, anzi il solo per lo piú, che risentirsi ardisca delle estreme ingiurie, si è il piú basso popolo, il quale pure, nella pienissima sua ignoranza, stoltamente reputa il tiranno essere quasi un dio. All’incontro, gli ultimi sempre ad offendersi e a ricercarne vendetta, ancorché ingiuriatissimi siano dal tiranno, son quelli della piú illustre classe, ed i suoi piú famigliari, i quali pure indubitabilmente convinti sono ch’egli è assai meno che un uomo.